La Castagna: tra sapori e tradizione

Qualche informazione

La castagna ha avuto un’importanza rilevante nell’alimentazione tradizionale delle valli bergamasche. È un frutto molto prelibato ed è stata fonte di sopravvivenza per la popolazione contadina beramasca che la considerava “il pane dei poveri”.

Facendo un passo indietro sino al XVI secolo, Frà Celestino da Bergamo, nel testo “Historia Quadripartita di Bergomo et suo Territorio” le definiva il primo e fondamentale rimedio in caso di carestia:

“Hanno copia di castagne assai, se ne và staione; perciochè questo forte frutto sotto stà grandemente alla intemperie dell’aere, e in un tratto s’annebbia e corrompe: ma se ne và buon incontro, sono di grande sollevamento alla carestia del grano, e di grande aiuto al vivere dei poveri”.

Il castagneto era sicuramente un punto di riferimento importante per il popolo bergamasco, non solo per i suoi frutti, ma anche perché il suo legno veniva utilizzato come fonte di riscaldamento; le foglie venivano invece utilizzate nelle stalle. Le castagne erano inoltre una merce di scambio: con un sacco di castagne si poteva ottenere in cambio un sacco di farina di mais.

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Tra esperienza e saggezza

Sul sito “Cose di Bergamo”, troviamo un importante racconto sulla tradizione, sul territorio, sulla cultura nata intorno ai castagneti delle valli bergamasche: un sapere poetico.

Sappiamo che l’autunno è il periodo delle castagne, e nella raccolta, sappiamo anche che i ricci aperti ci indicano la maturità del frutto. I contadini sapevano bene però che, se raccoglievano i ricci ancora chiusi, forse la castagna sarebbe stata meno saporita, ma sicuramente sarebbe durata di più.

Il raccolto veniva quindi diviso:

- per una parte si raccoglievano le castagne fuoriuscite dai ricci aperti; le castagne fresche venivano mondate, messe in acqua per un paio di giorni, fatte asciugare e messe nel sacco di juta affinchè potessero traspirare;

- per l’altra parte si battevano gli alberi così da far cadere i ricci ancora chiusi, i quali venivano portati nella ricciaia (il risér), coperti con le foglie raccolte e messe al riparo dalle intemperie; in questo modo si conservavano ad oltranza.

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Pasta fresca con farina di Castagne

Ingredienti per la pasta: Gr. 200 Farina semintegrale, Gr. 100 farina di castagne, 150 gr. Acqua fresca, Sale.

Ingredienti per la profumata: Olio evo, 1 spicchio d’aglio intero, Rametto di salvia, Rametto di rosmarino.

Miscelate le farine in una terrina e versate pian piano l’acqua con il sale fino ad ottenere un impasto compatto copriamo e lasciate riposare per una mezz’ora.

Nel frattempo preparate la profumata versando 4 cucchiai d’olio evo in un pentolino, aggiungete salvia, rosmarino e aglio schiacciato (in camicia) e fate leggermente rosolare a fuoco moderato per qualche minuto.

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Con il mattarello stendete la pasta, arrotolatela su se stessa e, con il coltello, tagliate delle tagliatelle dello spessore desiderato (la forma della pasta è vostra discrezione).

Portate a bollire dell’acqua in una pentola, salate, versate la pasta e cuocete per 3 minuti; scolate, versiamo in una padella, uniamo la profumata e fate saltare per un minuto; guarniamo con una spolverata di prezzemolo e serviamo.

Se questa lettura è stata di vostro interesse, di seguito vengono indicati i link dei siti consultati, per eventuali approfondimenti:

https://cosedibergamo.com/2019/10/14/le-castegne-de-san-simu-in-valle-imagna/

https://cosedibergamo.com/2022/01/17/sapori-bergamaschi-borole-e-biligocc-le-castagne-della-tradizione/